Genitori invischianti e conseguenze sui figli

Pubblicato il 10 maggio 2025 alle ore 19:34

Essere figli adulti di genitori invischianti è estremamente difficile. Lo è perché non si può contare sulla comprensione di nessuno, lo è perché bisogna affrontare ogni giorno il mito genitoriale, quello per il quale «devi tutto ai tuoi genitori» anche se loro per te hanno fatto meno dell’indispensabile. È difficile perché se sono invischianti oggi che sei adulto, lo sono stati anche quando eri un bambino e questo certamente ti ha segnato.

In psicologia, il concetto di invischiamento è usato per descrivere i sistemi familiari in cui i confini personali sono diffusi. Secondo questa visione, un figlio può rimanere invischiato nei bisogni del genitore, intrappolato in un ruolo che gli è stato imposto e, a causa del quale, quel bambino avrà perso la capacità di autodirezionarsi. Il bambino, una volta diventato adulto, rimarrà il contenitore dei bisogni genitoriali. All’apparenza i genitori sembreranno eccessivamente apprensivi e trasmetteranno un vissuto di controllo ed invadenza nella vita del figlio. Il figlio, anche una volta adulto, si ritroverà a vivere una vita che non lo rappresenta, perché fortemente condizionata dalla presenza ingombrante del genitore.

Un ulteriore risvolto dell’invischiamento è che, quando si raggiunge un certo grado di disfunzionalità, il figlio può diventare il capro espiatorio della famiglia o il paziente designato. A volte viene trattato come un “oggetto ingombrante”, “difettoso” e altre volte sono i genitori a fare pressioni per mandarlo in terapia ritenendo che in lui ci sia qualcosa che non va.

Il paziente designato è il membro della famiglia che è divenuto espressione dei conflitti interiori di ogni membro della famiglia. Rappresenta il bersaglio tipo: concentrandosi tutti su quel bersaglio, gli altri membri della famiglia distolgono l’attenzione dalle dinamiche disfunzionali presenti all’interno dell’intero sistema familiare. In più, la presenza di un paziente designato, di un capro espiatorio da rendere protagonista di ogni frustrazione, distoglie l’attenzione anche dalla serie di abusi nascosti che si consumano tra gli stessi membri della famiglia.

 

1) Legame di amore e odio con il genitore

Quando i genitori sono supportivi, il figlio acquisisce la giusta sicurezza per allontanarsi gradualmente dalle sue figure di riferimento e creare la propria autonomia. Al contrario, quando i genitori sono invischianti, il figlio non acquisisce nessuna sicurezza e allora possono verificarsi queste due situazioni in cui non avviene alcuno svincolo. 

  1. Il figlio sente il bisogno di allontanarsi il più possibile dal nucleo familiare, tuttavia non riesce ad emanciparsi e ne subisce ancora l’influenza.
  2. Quel figlio si fa carico degli stati emotivi genitoriali, si assume più responsabilità del dovuto ma dentro di sé nutre emozioni di mancata considerazione.

2) Il controllo

Il genitore invischiante non consente ai figli di esplorare il mondo in autonomia, pertanto attua sofisticate strategie di controllo più o meno esplicite: agisce soprattutto su sensi di colpa, ricatti morali e minando l’autostima dell’altro. Il genitore invischiante non crea legami sicuri ma crea vincoli, non dà libertà ma concede condizioni, non dà amore ma crea bisogni.

3) Il vincolo dell’approvazione

I figli di genitori invischianti sono alla costante ricerca di una convalida esterna perché, di fatto, non hanno mai imparato a convalidare se stessi. Convalidarsi significa sapere che ciò che provi e che pensi ha un senso, ha un significato e soprattutto, ha un valore, significa sapere che tu hai un valore. Purtroppo chi è cresciuto con un genitore invischiante non è mai riuscito ad apprendere questa verità. Allora potrebbe desiderare di essere chiunque altro ma non se stesso.

E’ proprio quando il figlio smette di assecondare il vincolo dell’approvazione che diviene la pecora nera ovvero il paziente designato. 

Una volta adulti, è davvero arduo spezzare il modello invischiante. Poiché tu, fin da bambino, non hai assolto il classico ruolo di figlio ma hai avuto la funzione di soddisfare i bisogni di tua madre o di tuo padre, quindi sei stato usato e non amato. Diventare consapevoli che l’amore che meritavi non ti è mai stato concesso può essere molto doloroso ma è il primo passo che ti permetterà di svincolarti. Ciò, però, sarà possibile lavorando su te stesso in modo da poter essere un adulto sicuro di sé, consapevole dei propri confini e del proprio valore.  

Per rivendicare il tuo valore di persona degna di stima, indipendente ed autonoma, è fondamentale richiedere il supporto di un professionista in modo da riconoscere le dinamiche di invischiamento e costruire confini chiari e sani. 

Chi è cresciuto in famiglie invischiate tende a considerare la relazione genitore-figlio come un obbligo o un onere e, quando raggiunge l’età adulta, cerca relazioni che perpetuano questa dinamica. Quindi lavorare su te stesso, farà bene anche alla tua vita sentimentale.

 

 

Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta

 

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.